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Il testo intende appunto diffondere questi protocolli. La nuova visione della microbiologia introdotta da Lederberg ha guidato il gruppo verso procedure che privilegiano un approccio non chirurgico della terapia parodontale, partendo dal presupposto che la strumentazione subgengivale è non solo un mezzo efficace per ottenere il controllo delle infezioni nei pazienti con parodontite, ma soprattutto un mezzo per ricreare un equilibrio nel microbiota parodontale. Ovvero il trattamento parodontale non chirurgico deve tendere a ridurre i taxa microbici associati alla parodontite a tutto vantaggio di quelli associati alla salute. Tutto questo, grazie anche ad un mantenimento periodico costante e frequente che riduca efficacemente la patogenicità del microbiota subgengivale in ragione di una rimodulazione della presenza del microbiota, e del suo microbioma, associato alla parodontite e della prevenzione di vie metaboliche associate alla malattia. In altre parole, contribuendo al mantenimento di una comunità subgengivale in equilibrio compatibile con una stabilità della condizione parodontale.